_comunicato #12
27 Settembre 2006
Lettera Assoedilizia all'Assessore Maiolo
NEGOZI STORICI: IL VERO PROBLEMA SONO LE BUONUSCITE.
Milano, 27 settembre 2006 - "Il problema della sopravvivenza dei negozi storici non nasce tanto dal rincaro dei canoni di locazione, quanto dal riprovevole fenomeno delle 'buonuscita'; cioè quei versamenti plurimilionari che intervengono all'atto della cessione del contratto di locazione e che incidono pesantissimamente, per anni ed anni, come una vera 'ipoteca', sulla gestione economica dell'azienda". E' quanto scrive il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, in una lettera indirizzata all'assessore alle Attività produttive, Tiziana Maiolo, sul tema dei negozi storici. "Gli affitti, conosciamo la legislazione vigente, in sede di rinnovo del contratto, (dopo dodici anni di vigenza) possono essere rincarati; ma, se l'esercente non accetta il proprietario gli deve un anno e mezzo di canone pagato. E' una bella remora ad alzate di testa da parte della proprietà; stiamone certi", sostiene Clerici. "Mentre l'offerta della 'buonuscita' (peraltro soggetta ad un trattamento fiscale vantaggioso, per non dire dei casi di ufficiosità) a chi esercita un'attività commerciale, laboriosa e soggetta ad oneri amministrativi e tributari gravosi, da parte di operatori che spesso mirano ad acquisire punti commerciali strategici ('indirizzi griffati') ai fini di un ritorno di immagine che surroghi la credibilità e la attrattività storica tanto premianti in certi settori, è in grado di minare qualsiasi resistenza e qualsiasi ragione affettiva di chi gestisce antiche attività, pur ricche di fascino e di tradizioni".
"E' dunque sul meccanismo distorcente delle 'buonuscite' - prosegue la lettera indirizzata all'assessore - che occorre incidere in prima istanza per impedire cessazioni di attività e trasformazioni di beni aziendali commerciali (anche aventi valore di beni culturali). Venendo poi al vincolo quale bene culturale sull'immobile, per l'attività, eventualmente sull'insegna, sugli arredi del negozio e quant'altro debbo dire che questa misura, come ha sancito la Corte Costituzionale con la sentenza n. 94 del 2003 non può essere applicata tout court, perché si tradurrebbe in un vincolo espropriativo, non accompagnato da un adeguato indennizzo; il che non è permesso nel nostro ordinamento. Ma può esser conseguente solo al consenso del proprietario. In tal senso si è orientata la legge della Regione Lazio che ha altresì previsto un finanziamento regionale per chi richieda l'apposizione del vincolo".
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