Milano, 24 agosto 2007 - Dopo i 300 roghi di ieri in Sicilia, e quelli di tutta l'estate in Calabria, in Campania, in Sardegna ed in tutto il meridione, è chiaro che il vigente sistema di tutela normativa in questo campo non funziona.
Il numero annuo di episodi criminosi, dal 2000 (anno di entrata in vigore della legge 353) ad oggi, è aumentato in modo spropositato. Il fenomeno ha assunto dimensioni inaudite: temiamo che si stia attuando un processo di radicazione di una sorta di geomafia (legata al controllo del territorio e dell'ambiente nelle zone non antropizzate) che si va affiancando alla cosiddetta ecomafia, che già è presente nel settore dello smaltimento dei rifiuti.
Occorrono dunque urgentemente norme adeguate in grado di incidere a livello di deterrente; soprattutto occorre capire se la normativa vigente possa produrre, come supponiamo, effetti distorti.
E' quindi necessario a tal fine che il Governo disponga che le prefetture compiano indagini mirate ad offrire al legislatore strumenti e mezzi idonei a focalizzare il problema.
In particolare, dovrebbero censire le aree interessate indagando:
- le destinazioni urbanistiche delle stesse;
- se sono in corso o preannunciate operazioni di revisione pianificatoria da parte dei comuni, delle comunità montane, o degli enti-parco;
- la sussistenza di domande di interventi edilizi ovvero di notizie riguardanti intenti edificatori;
- la presenza di insediamenti abusivi nel circondario;
- i soggetti titolari dei diritti reali di proprietà e di godimento delle aree stesse e di quelle confinanti e viciniori;
- tutti i passaggi di proprietà precedenti e successivi all'evento;
- se si delineino in zona operazioni sospette di accaparramento di terreni;
- la presenza, nelle zone limitrofe, di attività turistiche, alberghiere, agricole, artigianali o industriali, nonché di insediamenti residenziali.

Achille Colombo Clerici