_comunicato #177
22 Novembre 2007
RICERCA DI ASSOEDILIZIA: LE SPESE ANNUALI DI UNA FAMIGLIA MILANESE
Secondo Achille Colombo Clerici è possibile ridurre il costo della casa
Milano, 22 novembre 2007 - Una ricerca condotta dal Centro Studi Cittadino e Fisco di Assoedilizia evidenzia per singole voci le spese che compongono il bilancio di una famiglia media milanese. Il presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici ritiene che il costo-casa (rappresentato dal mutuo o dal canone di locazione oltre alle spese di gestione) possa essere sensibilmente ridotto. Il Movimento Cristiano Lavoratori, da parte sua, ha monitorato l'andamento del costo della borsa della spesa rilevando un aumento generalizzato delle singole voci.

Questa la tabella elaborata da Assoedilizia su fonti diverse:


Percentuale spesa Spesa annua media di famiglia milanese
Casa (acquisto e/o locazione) 26% 9.100 euro
Alimenti e bevande 17,3% 6.000 euro
Trasporti 14,1% 4.900 euro
Altri beni e servizi
-Regali
-Acquisti - macchine foto e videocamere
-gioielli-Giornali-Cosmetici e fitness-
Libri-Bar ristoranti-Computer -Articoli sportivi
-Festivita’; Natale Pasqua –
Cerimonie: nascite battesimi cresime funerali
-vacanze 12,4% 4.300 euro
Abbigliamento e calzature 6,8% 2.400 euro
Arredamenti 6,3% 2.200 euro
Tempo libero e cultura 5,6% 1.960 euro
Combustibili, energia 4,2% 1.440 euro
Sanità 4% 1.400 euro
Altre spese
(comunicazioni, tabacchi, istruzione, ecc.) 3,3% 1.300 euro

Incidere sulla spesa-casa rappresenta dunque un obiettivo importante e realizzabile. Secondo Colombo Clerici si potrebbe ridurre la spesa media di 5-600 euro annui (per i costi unitari invece la riduzione potrebbe arrivare al 18-20%) soltanto se i sindacati degli inquilini si decidessero a rimettere in funzione il contratto di locazione agevolato previsto dalla legge.

La legge 431/98 stabilisce infatti che, sulla base di un tetto massimo del canone locativo fissato di comune accordo tra le associazioni della proprietà ed i sindacati degli inquilini, si applichino agevolazioni fiscali a favore del proprietario e dell'inquilino. Il contratto agevolato non ha grande successo in quanto da circa 5 anni i valori di riferimento per la determinazione dei canoni contrattuali non sono più aggiornati; sicchè non risulta conveniente per la proprietà (sia pure a fronte delle agevolazioni fiscali) rifarsi a valori lontani da quelli di mercato.

Si tratterebbe quindi di adeguare il "tetto" agli attuali valori. Secondo le previsioni di Assoedilizia, l'attuazione di questo strumento contrattuale porterebbe ad un abbassamento consistente del costo degli affitti. Le associazioni degli inquilini, che si muovono prevalentemente nella logica di difesa dei ceti meno abbienti (cosa lodevole di per sé), trascurano però le esigenze del ceto medio che ricaverebbe notevoli vantaggi dal contratto di locazione agevolato.

Ceto medio che, inoltre, risulta doppiamente penalizzato: da un lato, dall'aumento dei prezzi, dall'altro lato da stipendi medi insufficienti. La denuncia, oggetto in questi giorni dell'attenzione dei mezzi di

comunicazione, viene dal Movimento Cristiano Lavoratori, secondo il quale una famiglia a Milano, pur selezionando attentamente i propri acquisti, non riesce a spendere in generi alimentari meno di 475 euro mensili, mentre nel 2003 la spesa "minima" si aggirava intorno ai 440 euro e, nel 2004 ai 462 euro.

Questi dati, che confermano l’impoverimento oggettivo delle famiglie milanesi e che il Mlc monitora attraverso le proprie attività di patronato, assumono ancora più valore se si confrontano con gli stipendi medi. Sempre secondo il Mlc, in base agli studi più recenti, a Milano un caporeparto quarantenne guadagna 21mila euro netti all’anno (uno spagnolo ne intasca 25.500), un ingegnere di 35 anni di una grande azienda elettronica prende 24.500 euro netti all¹anno, un tranviere con dieci anni d’esperienza 15.100 euro netti all’anno. Infine, una giovane commessa che lavora in un grande magazzino porta a casa 12.500 euro netti all’anno. Milano è la 24esima città più cara del mondo, ma si trova al 30° posto per salari netti. Il potere d’acquisto nella nostra città si può leggere anche in questo modo: un milanese deve lavorare 17 minuti per acquistare un chilo di pane, a un abitante di Zurigo ne bastano 10. Non si dimentichi che il caropane a Milano è stato denunciato dal Mcl già nell’autunno scorso, mentre fin da ottobre sono scattati nuovi rincari dei prezzi di pane, pasta e latte.

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