_comunicato #399
09 Marzo 2009
Commento alle misure per il rilancio dell'edilizia annunciate dal Presidente del Consiglio dei Ministri on.le Berlusconi il 7 marzo scorso
Attenzione: produrre belle case ai fini non solo ambientali, ma economici e di gettito fiscale.
E poi, va bene la produzione, ma il mercato come la assorbe?
Opportuna dunque una coordinazione con norme incentivanti la locazione privata anche allo scopo di finalizzare il prodotto edilizio ad un mercato ricettivo.

Cedolare secca per tutte le locazioni e non solo per i contratti concordati.

Effetti distorti derivanti da agevolazioni fiscali discriminanti: esse sono foriere di interventi edilizio-urbanistici di scarsa qualità: in Italia, per queste ragioni, in soli 25 anni ( dal '46 al '71) si son prodotti oltre 9 milioni e mezzo di residenze di qualità medio bassa, su 10 milioni e 200.000 abitazioni costruite.

Ne soffre anche l'artigianato del settore che deve abbassare il livello qualitativo se vuol lavorare nel nostro paese.

Le agevolazioni fiscali debbono essere dunque previste per tutte le abitazioni (siano esse in proprietà o in locazione) e non solo per quelle non signorili.

Dichiarazione del presidente Achille Colombo Clerici:

“Crediamo fortemente nell'effetto anticiclico, in tempi di congiuntura economica, del rilancio dell'attività edilizia.

Non solo le grandissime opere infrastrutturali; ma soprattutto la risposta di un sistema di investitori privati in grado di attivare una miriade di piccoli cantieri.

È questa una delle carte da giocare tra le più efficaci in tempi di crisi economica.

Ben venga quindi una "apertura" sul piano normativo e previsionale da parte dello Stato, ma anche da parte di Regioni e Comuni .

Ma sono necessarie anche misure fiscali che favoriscano ed incentivino questi investimenti.

Oppurtuna la tassazione separata dei redditi da locazione, attraverso il meccanismo della ritenuta a titolo di imposta (cedolare secca) con l'equiparazione di tali redditi a quelli da capitale.

Ma non si devono introdurre discriminazioni fra i diversi tipi di locazione.
Anche la locazione libera, oltre che quella concordata, è meritevole di essere sostenuta da agevolazioni fiscali.

L'Ufficio studi di Assoedilizia ha calcolato che i mezzi finanziari per fronteggiare l'eventuale disavanzo, possono essere ritrovati nel maggior introito fiscale conseguente al recupero dell'evasione; ove si rendesse obbligatorio il pagamento dei canoni locativi in banca o presso gli sportelli postali. Costituendo gli stessi sostituti di imposta, terzi indifferenti ai fini del pagamento delle imposte medesime.

Anche le esenzioni ICI per l'abitazione principale, oggi escluse per gli alloggi di categoria A1 dovrebbero seguire la stessa logica e, ove si trattasse di edilizia residenziale destinata alla locazione, questa dovrebbe esser integralmente esentata.

Le agevolazioni fiscali discriminanti e penalizzanti settorialmente le abitazioni signorili, infatti, da che mondo è mondo, hanno sempre avuto come effetto quello di favorire una produzione edilizia di qualità medio-bassa, quando non scadente.

Ne fa le spese anche una serie di artigiani specializzati nel genere delle residenze di qualità, quali ad esempio marmisti, piastrellisti, decoratori, stuccatori e pittori, falegnamerie e mobilifici, tappezzieri, che sono sacrificati da una legislazione miope che considera di lusso, e quindi esclusi da qualsiasi beneficio fiscale, le case corredate, anche in parte( per pavimenti, pareti ed infissi) di materiali pregiati o lavorati in modo pregiato (così dice la legge in questione).
In tal modo alla fine avremo perduto la parte migliore dell'artigianato, grande ricchezza del nostro paese.

Negli anni della ricostruzione postbellica e del boom edilizio, quando norme agevolative fiscali penalizzavano le case signorili e di lusso, si sono costruite le parti peggiori delle nostre città; con più di 9 milioni e mezzo di alloggi di qualità medio-bassa.”

Q U A D R O
dei benefici fiscali dai quali sone escluse le case signorili e di lusso.
Anche le abitazioni A1 (signorili) perdono tutte le agevolazioni fiscali quanto ad imposte dirette ed indirette:

- perdono l'esenzione ICI per l'abitazione principale in proprietà;
- pagano l'IRPEF in quanto la rendita si cumula al reddito. Nelle altre categorie viceversa si deduce.
- quanto alle imposte di registro si applica l'aliquota piena del 7%. E non quella ridotta del 3%.
- ipocatastali 2% + 1% anziché l'imposta in misura fissa di poche centinaia di euro.
- incidono ai fini della congruità dei canoni di locazione.
- incidono sulla rivalutazione del capitale delle società.
- si paga l'imposta sul valore delle plusvalenze.

“E’ evidente – prosegue Colombo Clerici – che un regime fiscale siffatto, per un verso giustificato, secondo il legislatore, da ragioni di equità, per altro verso appare una prevenzione inutile ed ideologica ed ha quale conseguenza il decadimento della qualità del patrimonio urbano e delle migliori tradizioni dell'artigianato delle nostre città.”


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