_comunicato #465
12 Agosto 2009
Dissipate le ombre più cupe della vigilia. Il turismo regge alla crisi economica
Azzerato (o quasi) in agosto il trend negativo dei primi sei mesi dell’anno, in diversi casi compaiono indicazioni positive rispetto al 2008 - Complessivamente, in questi giorni resteranno nella "grande Milano" (Monza e Brianza comprese) 1.800.000 abitanti su 3.800.000 residenti, a Roma 1.600.000 su una popolazione di 2,6 milioni
Milano/Roma 12 agosto 2009 – Il temuto crollo non c’è stato. Secondo il monitoraggio effettuato dal CESCAT-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia che ha interessato, in particolare, le zone balneari di Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Lazio, la percezione è che il numero degli arrivi sia analogo a quello del 2008 e anzi, in diversi casi, sia più consistente (più 1-1,5%). Smentendo perciò le pessimistiche previsioni della vigilia che risentivano dei mesi orribili di inizio anno (per citare, -16% a Venezia, perdita di 4 miliardi di entrate e di 40.000 posti di lavoro nel settore negli anni 2007-2008, tagli consistenti agli arrivi di tedeschi spagnoli, americani, austriaci, giapponesi, russi, est-europa in generale). Anzi, se pur qualche rondine non fa primavera, già si registrano dati positivi come il +4% rispetto al 2008 dell’Umbria, e addirittura il più 12% della provincia di Macerata. E tedeschi e austriaci, e pure inglesi e francesi sono tornati.
Ma il turismo è un fenomeno complesso e, come un cristallo dalle mille facce, presenta mille dati diversi. Il primo, e più rilevante, è che ad un aumento o ad una tenuta delle presenze non corrisponde per forza un aumento del giro d’affari: che calano mediamente del 15-18% (spesa pro capite da 860 a 725 euro) a causa della riduzione dei giorni di vacanza (meno di 2 settimane per oltre la metà delle famiglie italiane, per il 17% la settimana si trasforma in week-end lungo di 4-5 giorni se non in ripetuti spostamenti con permanenze ancora più brevi sui luoghi di villeggiatura), della scelta di ospitalità meno care (pensioni, case in affitto, b&b, agriturismo) al posto degli alberghi che, infatti, soffrono nonostante abbiano abbassato i prezzi anche di un terzo. Crisi pure per i tour operators che, con un meno 20% di entrate, hanno cancellato molte mete, soprattutto extraeuropee.
Più brevi, all’osso per quanto riguarda le spese, ma le vacanze restano per oltre la metà delle famiglie italiane. E nelle grandi città si arriva a percentuali ben più alte: a Milano, con la neonata provincia di Monza e Brianza, su una popolazione complessiva di 3,8 milioni di abitanti, a ferragosto rimarranno a casa solo 1,8 milioni. A Roma su 2,6 milioni di residenti, negli stessi giorni sotto il Cupolone saranno non più di 1.600.000.
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