_comunicato #5
16 Gennaio 2007
Assoedilizia contesta i dati sul caro affitti forniti dai sindacati degli inquilini
PER CALMIERARE I CANONI CEDOLARE AL 20% SUI REDDITI DA LOCAZIONE E COSTRUZIONE DI NUOVI ALLOGGI POPOLARI
Milano, 16 gennaio 2007 – In relazione alla presa di posizione dei sindacati degli inquilini sul caro affitti in Italia e in particolare nelle aree ad alta tensione abitativa - affitti che sarebbero aumentati, in un anno, mediamente dell'8,7% e a Milano e Roma rispettivamente dell'11 e 12 per cento -, il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici contesta tale assunto che si pone in controtendenza rispetto alle risultanze delle proprie rilevazioni nonché ai dati forniti da centri di osservazione al di sopra delle parti: quali l'Istat, che parla di aumenti poco al di sopra dell'inflazione, e di MeglioMilano che, riferendosi al capoluogo lombardo, rileva addirittura un calo in corso dal 2004. .

"E' vero comunque - afferma Colombo Clerici - che in Italia centinaia di migliaia di famiglie (in Lombardia sono oltre 71.000) non riescono a pagare la pigione e molte altre vedono pesantemente intaccati i loro stipendi: ma questa situazione va addebitata principalmente, se non esclusivamente, a due fattori: l'eccessivo carico fiscale nei confronti di chi offre case in locazione e la mancanza di case popolari o ad affitto sociale".

Sul primo punto, l'eccessivo carico fiscale, il conto è presto fatto: il fisco si porta via fino ad oltre il 60% del reddito, A questo vanno aggiunti i costi di gestione, di manutenzione ordinaria e straordinaria, di adeguamento tecnologico. Cosa rimane? Un 2% di reddito sul capitale investito, nemmeno in grado di coprire il costo dell'inflazione.

Anche per quanto riguarda il secondo punto, mancanza di alloggi pubblici, la realtà è incontrovertibile: da oltre quindici anni lo Stato non costruisce più. Il patrimonio Aler - sia a Milano sia nel resto del Paese - si è ulteriormente ridotto, portando l'Italia all'ultimo posto tra i Paesi industrializzati. Giovani lavoratori, studenti, immigrati (anche in coabitazione per poter fronteggiare i costi del mercato libero), si accalcano sul misero 19% di alloggi (di cui 15% di mercato libero e 4% di edilizia residenziale pubblica) rimasti a disposizione per la locazione; un eccesso di domanda che fa lievitare i prezzi.

Le soluzioni? "Cedolare secca del 20% sul reddito degli affitti - conclude Colombo Clerici - proposta avanzata da questo Governo ma rimasta lettera morta; e costruzione di nuovi alloggi popolari. Calcoliamo che la Lombardia necessiti di circa 60.000 appartamenti e Milano di 20.000".
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