_comunicato #635
14 Novembre 2016
“Nessun mercato senza fiducia” QN Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione del 12 novembre 2016 – Achille Colombo Clerici
Più trimestri consecutivi di aumento a due cifre delle compravendite immobiliari sono certamente un fatto positivo per l’economia italiana; ma se la crescita economica continuerà a ristagnare la tendenza non potrà permanere. Oggi si sta smaltendo molto invenduto a prezzi scontati, e non si può parlare di vera ripresa. Restano e resteranno lontanissimi i record dei valori del 2007 e delle compravendite del 2006 – 845.000 mentre quest’anno si chiuderà a meno di 500.000.

Fa eccezione il mercato dell’immobile di lusso, a conferma della dicotomia crescente tra l’economia basata sull’ immagine, sui beni immateriali e sui mercati esteri e quella materiale e domestica, in grande sofferenza: ma si tratta di un mercato di nicchia, scarsamente influente per la ripresa.

E dunque cosa deve accadere affinché il mercato residenziale possa ripartire trascinando tutta la nostra economia?

E’ necessario riportare la fiducia nelle famiglie italiane perché tornino a spendere ed a investire i propri risparmi nell’economia reale e non in quella finanziaria. Occorre ripristinare nelle famiglie il senso della tesaurizzazione mediante l’investimento immobiliare rendendolo interessante, a prescindere dalla redditività, ma sulla base di un valore di mercato che si mantenga o si rafforzi nel tempo.

Per ottenere questo risultato, si deve fare un percorso esattamente inverso rispetto a quello compiuto sinora.

Anzitutto va abbassato il carico fiscale sugli immobili a reddito posseduti dalle famiglie, sia personalmente, sia attraverso società di gestione immobiliare; ripristinando la deduzione forfetaria al 15% delle spese manutentive e introducendo la cedolare secca per locazioni commerciali.
Va comunque eliminata l’assurda tassazione in sede Irpef degli immobili commerciali sfitti.

Parallelamente, per le società immobiliari, occorre un meccanismo di alleggerimento dell’onere tributario Ires e Imu.

E vanno dimenticati gli spauracchi fiscali quali riforma catastale, imposta patrimoniale aggiuntiva alla attuale, revisione delle imposte successorie. Se ne parla continuamente con troppa leggerezza generando incertezza e sfiducia.

Poi occorre evitare di tendere a trasformare l’investimento immobiliare economico in investimento a welfare. Bisogna rifuggire dalle politiche dei differenziali fiscali tanto per le imposte dirette, quanto per l’IMU; e costruire le case di edilizia residenziale pubblica che oggi mancano.
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