_news #148
26 Novembre 2008
Assoedilizia pubblica un intervento ricevuto dall'ex presidente dell'ENEL e del GIE ing. Francesco Corbellini
Estratto dell’intervento dell’ing.Francesco Corbellini alla presentazione alla Fondazione Ugo La Malfa del libro di Francesco Corbellini e Franco Velonà “Maledetta Chernobyl, la vera storia del nucleare in Italia” Francesco Brioschi editore.
Roma 27 novembre 2008

Un consistente programma nucleare (nel libro parliamo di 10000 MW) avrebbe come effetto collaterale quello di rendere per la prima volta da molti anni l’offerta interna di potenza superiore alla domanda. L’energia di provenienza estera non sarebbe allora necessaria per coprirsi da pericoli di black out ma facoltativa e soggetta alle leggi del mercato. Diventerebbe allora possibile il collegamento con i mercati confinanti che hanno prezzi molto diversi dai nostri. (media 2007 del mercato europeo 38,8 E/Mwh, media mercato italiano 71 E/Mwh, con un rapporto da 100 a 180).
Nessuno in Italia ha finora cercato di valutare (e conoscendo il mix del parco di centrali italiane non sarebbe neanche troppo difficile) quanti di questi 80 punti di differenza dipendano dalle differenze del mix produttivo e quanti da quella che possiamo eufemisticamente chiamare la immaturità del nostro mercato.
Il collegamento a prezzi di mercato segnerebbe la fine del transitorio favorevole ai produttori italiani che il Gestore del Mercato Elettrico relazione 2006) indica come “oligopolisti tacitamente collusi”.
Ma stiamo vivendo tempi difficili e la domanda è se la nostra economia può permettersi il lusso di aspettare il tempo di attuazione del programma nucleare (una diecina di anni ) perché si arrivi a questa vivificante riduzione dei prezzi.
Fortunatamente, insieme a tutti i suoi guai la situazione economica ci porta anche una occasione irripetibile per iniziare subito e completare in circa tre, quattro anni il collegamento con l’Europa.
Il ragionamento è il seguente:
Le interconnessioni con i paesi facenti parte del mercato elettrico europeo e con la Svizzera consentono attualmente il passaggio di energia generata dalle centrali (per circa 7000 Mw) che lavorano in quei paesi quasi esclusivamente per noi.
Per i prossimi anni le condizioni di recessione dell’economia porteranno a una diminuzione della necessità di potenza alla punta dello stesso ordine di quella dello sviluppo economico. Possiamo allora stimare che questa necessità fra tre, quattro anni sarà non superiore a quella attuale.
Come sapete quando si compra energia di origine nucleare (come è in massima parte quella di cui stiamo parlando) non si può comprare solo quella prodotta nei periodi di punta ma si deve tendenzialmente comprare a tavoletta tutta l’energia prodotta.
Sono questi 7000 MW a tavoletta che creano l’ingorgo che rende impossibile ogni altro tipo di scambio e finisce per isolare il nostro mercato da quello europeo.
Se la politica energetica del nostro paese nei prossimi anni consistesse almeno nel non interrompere e se possibile nell’aumentare anche di poco il flusso delle nuove centrali già in costruzione o in corso di autorizzazione, quale che sia la fonte purchè in grado di portare un contributo certo alla copertura delle punte, l’ingorgo che ci divide dall’Europa potrebbe gradualmente ridursi. Entro pochi anni tutti i 7000 MW diventerebbero disponibili per l’intercambio tra il mercato straniero con media, ripetiamo, di 38,8 E/Mwh ed il nostro con media 71 E/Mwh.
L’entrata in funzione delle centrali nucleari assicurerebbero poi la irreversibilità di questa conquista.
Sembra un obbiettivo a portata di mano ma purtroppo non è così.
Ai miei tempi, con l’Enel ente di stato, in una situazione di questo genere sarei per scrupolo andato dal Ministro,ne avrei ottenuto l’approvazione e avremmo proseguiti o intensificati i nostri investimenti. Lo scopo sociale che ci eravamo dati non era quello di fare profitti ma di ridurre a favore degli utenti il costo in termini reali dell’energia elettrica..
Nella situazione attuale il dover agire con una pluralità di operatori in un libero mercato complica di molto le cose.
Immaginate un organo decisionale di una qualsiasi società elettrica che debba deliberare sul piano di investimenti dell’anno successivo. Alla ovvia domanda “quali saranno i risultati?” i dirigenti non potranno che constatare che la realizzazione di questo piano porterà a diminuire di tot gli utili della società. Immaginate ora che fine farà quella delibera. Le direttive, legittimamente nella logica del profitto, non potranno che essere “. Di centrali nuove non se ne parla nemmeno,anzi cercate di rallentare in ogni modo e al limite di fermare tutte le iniziative in corso”.
In altre parole non si può chiedere a nessuno di agire spontaneamente contro i propri interessi.
Se si chiede agli operatori di adottare comportamenti nell’interesse generale questo non può che essere imposto da regole valide per tutti.
Nel caso specifico le nuove regole da adottare sono due.
La prima è da tempo (relazione 2007) richiesta,riteniamo con scarso successo, dall’Autorità per l’Energia che così la argomenta:
“alcune pratiche,quali ad esempio il trattenimento di capacità produttiva a fini speculativi , ovvero di aumento dei prezzi dell’energia elettrica a beneficio dei profitti di tutti i produttori,vanno decisamente prevenute.In questo senso sarebbe molto utile imporre agli operatori alcuni standard di produttività nel mercato proprio al fine di evitare che eventuali comportamenti speculativi siano facilmente mascherati come scarsa affidabilità o indisponibilità tecnica degli impianti. Ricordo che in taluni mercati europei maturi è già fatto obbligo agli operatori di offrire sempre e comunque la loro produzione valorizzata liberamente dal singolo produttore (nei mercati elettrici) al netto dei periodi reali di fuori servizio degli impianti o delle manutenzioni;un simile provvedimento è nelle disponibilità del Governo e auspichiamo che sia varato al più presto”.
Nello stesso provvedimento governativo dovrebbe essere inserita una seconda regola, l’obbligo per tutti gli operatori di incrementare ogni anno ,ad esempio del 3%, la capacità produttiva del complesso di quella parte dei loro impianti che producono energia nelle ore di maggior carico.
In vista del collegamento organico con il mercato europeo dovrebbero infine essere accelerate le trattative in corso da parte dell’Autorità e del Gestore del Mercato per stabilire regole più fluide per gli scambi interfrontalieri.
Con questi provvedimenti,entro tre quattro anni il collegamento sarebbe del tutto libero da vincoli e disponibile a scambi a prezzi di mercato.
Per concludere una constatazione.
Il complesso dei provvedimenti che proponiamo per l’apertura del mercato elettrico verso l’Europa configura una possibile manovra anticongiunturale. Ne ha certamente le dimensioni ed è una manovra che non costa un euro al bilancio dello Stato perché viene alimentata dall’abolizione di rendite inframarginali o parassitarie. I beneficiari sono gli utenti elettrici e dunque ne traggono vantaggio sia le industrie che gli utenti domestici, cioè due categorie importanti per il rilancio della nostra economia come produttori e come consumatori.
Oltretutto si rimarrebbe in una logica di mercato e non sarebbe necessario un ricorso anche se temporaneo al dirigismo con l’imposizione di prezzi da non superare. Personalmente ho vissuto troppi anni di prezzi vincolati e relativa cassa conguaglio per non pensare che o si sceglie il mercato o si scelgono i prezzi (tutti i prezzi non solo quelli della distribuzione) controllati dalle Autorità come ai tempi del monopolio. Una volta scelto il mercato si devono seguire logiche di mercato. Nello schema qui proposto i minori prezzi sia all’ingrosso che al dettaglio saranno la conseguenza di un mercato divenuto più efficiente.

Perché tale iniziativa abbia successo è essenziale che venga proposta dagli Enti che hanno direttamente o indirettamente tra i loro scopi istituzionali la tutela dei consumatori elettrici all’ingrosso o al dettaglio (Autorità per l’energia e Gerente del mercato) e che questi Enti possano sentire l’appoggio dell’opinione pubblica informata.
A questo fine verrà dato ampio spazio a questi problemi in un blog recentemente reso operativo da
Assoedilizia di Milano (www.assoedilizia.com ) ed Energia ed Ambiente (www.energiaedambiente.wordpress.com)
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