_news #204
16 Novembre 2009
È l’aumento volumetrico l’elemento che differenzia la ristrutturazione dalla nuova costruzione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 38088/2009 del 28 settembre scorso – Ing. Ezio Rendina
La Corte ha fornito quindi un importante chiarimento in materia di ristrutturazione edilizia, utile per poter individuare la corretta tipologia di intervento edilizio realizzato ai sensi dell’art. 3 del D.P.R. 380/2001, Testo Unico dell’edilizia.

Il Testo Unico, infatti, riconduce alla tipologia delle ristrutturazioni edilizie anche gli interventi che comportano integrazioni funzionali e strutturali dell’edificio esistente, ammettendo anche eventuali incrementi di superficie e di volume.

Nonostante ciò, la Cassazione ritiene che gli incrementi in esame possano avere solo entità modesta perché se si ammettesse un ampliamento sostanziale dell’edificio, verrebbe meno la linea di demarcazione tra ristrutturazione edilizia e nuova opera.

Con queste motivazioni è stato rigettato il ricorso in merito a una serie di lavori implicanti un aumento di volume del 20% rispetto a quello consentito, oltre alla realizzazione di due piani seminterrati non esistenti nel fabbricato preesistente.

La Corte ha inoltre precisato che la ristrutturazione edilizia non è vincolata al rispetto degli elementi tipologici formali e strutturali dell’edificio esistente e differisce sia dalla manutenzione straordinaria, che non può comportare aumento della superficie utile o del numero delle unità immobiliari, modifica della sagoma o mutamento della destinazione d’uso, sia dal restauro e risanamento conservativo, che non può modificare in modo sostanziale l’assetto edilizio preesistente e consente soltanto variazioni d’uso compatibili con l’edificio conservato.

Nello stesso tempo, l’attività di ristrutturazione può essere attuata attraverso una serie di interventi che considerati singolarmente potrebbero ricondursi sia agli altri tipi sopra enunciati, sia alla nozione delle opere interne.

L’elemento caratterizzante, però, è la connessione finalistica degli interventi eseguiti, che devono essere valutati nel loro complesso al fine di individuare se gli stessi siano o meno rivolti al recupero edilizio dello spazio attraverso la realizzazione di un edificio in tutto o in parte nuovo.
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