_news #232
27 Gennaio 2010
Smog - Lettera Aperta al Ministro Prestigiacomo. Diminuzione della temperatura nelle case. Caldaie elettriche
Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo per ridurre lo smog suggerisce di abbassare il calore nelle case, facendo funzionare meno le caldaie.

Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici:

“A parte il fatto che la misura non è affatto risolutiva, come è dimostrato, da un lato dai dati della Agenzia per l'Ambiente Lombarda che indicano nel 18% in ragione annua e nel 40% durante la stagione invernale il concorso degli impianti di riscaldamento (domestico, commerciale terziario ed industriale) nella produzione del fenomeno; e d'altro lato dai rilevamenti delle centraline di monitoraggio della città di Milano, che attestano come il superamento della soglia di tolleranza dell'inquinamento si sia riscontrato spesse volte, e per lunghi giorni, anche in periodi in cui le caldaie erano spente.

Ricordo che qualche anno fa, l'allora presidente di Assolombarda, aveva proposto anche sui giornali , ma forse era una boutade, di spegnere gli impianti di riscaldamento a giorni alterni: come si faceva con la circolazione stradale.

Potremmo anche spegnerli del tutto e certo andrebbe ancor meglio.

A parte l'ironia. Il fatto è che oggi nelle case si è abituati d'inverno ad una certa temperatura; abbassarla significa disagio e malanni.

Pensiamo agli anziani, agli infermi, alle persone impedite a muoversi, ai bambini.

Succede già oggi senza misure restrittive di sorta.
Appena si abbassa la temperatura compaiono stufette e "scaldini" elettrici perché nessuno, potendo permetterselo, vuole stare al freddo. Figuriamoci se arrivasse un limite normativo ridotto per la temperatura nelle abitazioni; salterebbe tutto il sistema elettrico per il carico di stufette.

E poi, suvvia, sarebbe proprio una bella conquista della nostra civiltà quella di riportarci a vivere come nel Trecento.

Il vero punto della questione è la debolezza del nostro sistema energetico sul piano dell' elettricità. Perché altrimenti la soluzione sarebbe bella e pronta: sostituire le attuali caldaie a combustibili fossili con caldaie elettriche.

Il problema in Italia è dato proprio dal fatto che il nostro Paese, con l’opzione antinucleare espressa con il referendum del 1987, ha sostanzialmente deciso di privilegiare il consumo energetico degli idrocarburi che presenta due implicazioni: maggior indebitamento per l’acquisto dell’energia e maggior inquinamento.

Da noi l’energia elettrica (che deve essere in gran parte importata) ha assunto un costo elevatissimo, per gli usi sia domestici, sia industriali: sicché il suo utilizzo, nella vita civile, è residuale.

Ma, usando gli idrocarburi (gas, petrolio e derivati) si finisce per inquinare dove l’energia è consumata, cioè nelle città: dove funzionano milioni di motori, di impianti, di fornelli a gas, di caldaie e caldaiette, e dove è più difficile lo smaltimento dell’inquinamento.
Non dove l’energia elettrica vien prodotta, le centrali collocate in aperta campagna, luogo in cui, ovviamente, lo smaltimento dell'inquinamento è più agevole.”

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