_news #44
15 Novembre 2007
Federalismo e Ici
In quale scenario si discute oggi di federalismo fiscale?
Sgravi ICI, previsti nella finanziaria in itinere, per i possessori di prima casa a certe condizioni di reddito. Si parla di circa il 40% del costo ICI per le famiglie.
Qualcuno della maggioranza si fa promotore dell’estensione dello sconto a tutte le prime case, che rappresentano il 72,9 % (dato Assoedilizia) delle abitazioni esistenti nel nostro paese.
Sul medesimo versante, la riforma del sistema catastale si muove nella duplice direzione: di consentire una maggior autonomia ai comuni nella gestione dell’imposta, e di produrre un innalzamento (ormai in via automatica, senza più interferenze legislative) dei valori catastali, che oggi, si dice, sono molto lontani dai prezzi di mercato: con ciò dimenticando che i valori catastali stessi sono convenzionali (virtuali, non reali), parametrati, in altri termini, sulla funzionalità del bene e che, d’altro lato, il legislatore, quando determinò la forbice delle aliquote ICI, era perfettamente consapevole di questo aspetto, tanto da fissarne livelli molto elevati, senz’altro spropositati se riferiti ai valori di mercato degli immobili.
Per altro verso, oggi si continua a ragionare in termini di federalismo istituzionale (assetto di governance dei vari livelli di governo); si discute di trasferimento di competenze agli enti locali per materie, per funzioni e quant’altro, ma ci si dimentica di considerare parallelamente l’esigenza di una autonomia finanziaria in capo a questi enti per la gestione di tali materie.
Non dimentichiamo che questo effetto distorto si è già verificato nel nostro Paese: dopo il trasferimento alle Regioni della competenza in materia di edilizia residenziale pubblica, queste sono state lasciate dallo Stato senza una adeguata dotazione di risorse finanziarie, tanto che, da quindici anni a questa parte, in Italia non si sono più costruite case popolari.
Tale scenario temiamo possa preludere ad una sorta di federalismo fiscale strisciante e distorto, che alla fine si risolve in una dilatazione del prelievo ICI. La via più semplice da percorrere sul piano politico: legislativamente non occorre fare più nulla, basta far funzionare il sistema fiscale-catastale vigente e questo produrrà automaticamente l’effetto di generare un vistoso incremento del prelievo comunale, considerato che l’ICI, appunto, costituisce l’unica base della autonomia impositiva degli enti locali.
Ma, al tempo stesso, la via più iniqua e sperequativa, poiché ci si riduce a realizzare il federalismo fiscale a carico di una sola categoria di contribuenti (quella appunto dei proprietari immobiliari) e con un prelievo che va ad aggiungersi a quello erariale a causa, da un lato, della mancanza di meccanismi compensativi (tra prelievo locale e prelievo statale) e, d’altro lato, sul piano soggettivo, per effetto della indetraibilità di quell’imposta da quelle statali.
Le garanzie per il cittadino, che questo processo non avvenga, sono assai labili.
A parte le rassicurazioni offerte dai governanti (apprezzabili, ma ininfluenti), credo valga la pena di soffermarsi sulle disposizioni normative che sono invocate spesso a sostegno delle argomentazioni contrarie.
Il contribuente avrebbe bisogno di sentirsi rassicurato sull’invarianza del prelievo ICI, non solo nel suo complesso (gettito per il bilancio comunale), ma anche in termini di carico soggettivo. Solo così si otterrebbe quell’indifferenza che è presupposto di una equa riforma in senso federalistico.
Ma la legge parla solo di invarianza del prelievo locale e statale nel suo complesso; e se ne guarda bene dal tirare in ballo l’invarianza dell’onere fiscale per i singoli contribuenti.
In tal modo, le preoccupazioni permangono integralmente, ed ogni intervento statale sull’ICI (per sgravi, esenzioni, agevolazioni promessi o attuati) non può che ulteriormente preoccupare chi continuerà a pagare integralmente questa imposta (circa il 60 % delle famiglie italiane).
In questa ottica, non ci possiamo esimere dal rilevare che la finanziaria 2008, nel testo presentato dal governo, a proposito degli alleggerimenti ICI presenta alcuni salienti profili di criticità.
Il rilievo sta nel fatto che si apre una possibile area di contenzioso tra Stato e Comuni, riguardo all’entità effettiva del rimborso richiesto da questi ultimi allo Stato; atteso il potere in capo allo stesso di “verifica” delle certificazioni inviate dai Comuni per ottenere il rimborso (art. 2 comma 2).

Achille Colombo Clerici
Presidente di Assoedilizia
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