_news #61
14 Gennaio 2008
Ricerca di Assoedilizia sulle anomalie del fisco italiano.
AL SUD LA MAGGIORE EVASIONE FISCALE. LO DIMOSTRANO LE TABELLE SUL RAPPORTO TRA IVA ED IRPEF PRO CAPITE NELLE DIVERSE REGIONI. IL FENOMENO FAVORITO DALLA PREVALENZA DI GETTITO DELLE IMPOSTE DIRETTE SULLE INDIRETTE.

IL CONTRIBUENTE PIU’ TASSATO? IL PROPRIETARIO DI CASA INCISO PER OLTRE L’80% DEL REDDITO.
Milano – La pressione fiscale, secondo i dati ufficiali è del 42,7% rispetto al PIL. Purtroppo, i dati e le medie ufficiali non rendono giustizia di una serie di squilibri che si celano dentro la asetticità degli stessi.
Anzitutto, il computo della pressione fiscale risente dell’incidenza di una quota presunta di evasione (tra le più alte d’Europa, secondo i dati della Banca Mondiale di circa il 24% del PIL) quale componente del PIL di riferimento; per cui, ove questo fosse depurato di tale quota, la pressione fiscale salirebbe al 53,4 per cento.
"Non solo - afferma il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici - ma, fra i contribuenti a regime, alcune categorie contribuiscono più di altre alla formazione del prelievo fiscale: emblematica la posizione del proprietario immobiliare a reddito, che sia persona fisica e soggetto all’imposta reddituale sulla base della maggiore aliquota marginale, il quale concorre a formare quella media in misura superiore all' 80 per cento del reddito stesso, se consideriamo anche il prelievo del day by day".
Incidentalmente possiamo rilevare che la persona fisica proprietaria di un immobile a reddito, può considerarsi, per questo cespite, il soggetto maggiormente tassato nel nostro ordinamento tributario. In quanto, da un lato è l’unico a venir inciso sulla base di una inadeguata deduzione delle spese afferenti la produzione del reddito stesso, e dall’altro, questo si cumula con i redditi personali, producendo in tal modo l’applicazione delle maggiori aliquote.
Per la verità, anche l’evasore fiscale concorre in qualche misura alla formazione del dato sulla pressione fiscale perchè, in sede di spesa o di investimento dei redditi, ancorché non dichiarati, soggiace alle imposte indirette sui consumi. Per questo occorrerebbe riflettere anche sulla anomalia del sistema fiscale italiano che, all’opposto rispetto allo standard medio europeo, presenta una prevalenza di circa il 20 % del gettito delle imposte dirette sulle indirette (che meglio permetterebbero di by passare i fenomeni di evasione e di elusione fiscale).
A riprova del fatto che le indirette "fotografano" la capacita' fiscale dei contribuenti in modo più aderente alla realta', permettendo di ridurre i fenomeni di evasione e di elusione delle imposte, possiamo osservare che,in Italia, negli ultimi 6 anni,il gettito IRPEF è cresciuto del 25 % ,mentre quello IVA è aumentato di ben il 48 % .
In altri termini,l'andamento non parallelo dell'incremento delle due imposte fa presumere che l'Iva abbia "recuperata" una quota di nero maggiore rispetto all'imposta diretta sui redditi delle persone fisiche.
Prosegue Colombo Clerici: "Se mettiamo poi a confronto i dati regionalizzati, relativi rispettivamente al gettito Irpef pro capite ed al gettito IVA, sempre pro capite, possiamo evidenziare come in alcune regioni d'Italia si riscontri un prelievo, in sede di redditi denunciati, assolutamente non allineato con lo standard medio italiano di proporzionalità con il prelievo in sede di spesa. Infatti, la forbice tra il dato della regione prima in classifica e quello dell'ultima, per l'Irpef è del 180 %,mentre per l'Iva è dell'86. Cio' significa che, nel Paese, quanto a livello di spesa delle persone, vi è una certa omogeneità, cui corrisponde un indicativo allineamento con il gettito Iva. Non così per quanto riguarda i redditi dichiarati, che danno luogo ad un gettito IRPEF pro capite di 1158 euro in Calabria, di 1316 in Basilicata, di 1372 in Sicilia contro i 3658 della Lombardia, i 3440 dell¹Emilia Romagna, i 3239 del Piemonte.
In sintesi, le persone nella media, in Italia spendono in tutte le regioni grosso modo nella stessa misura, con uno scarto fisiologico legato alla differente capacità locale di reddito. Il gettito IVA ”fotografa” questo quadro, ma ad esso non corrisponde un eguale allineamento, nelle diverse regioni, del gettito personalizzato delle imposte dirette. Ciò dovrebbe portare, per le regioni che si collocano in fondo alla classifica, rispetto alle altre, a presumere una maggior quota di reddito che si evidenzia come speso, ma che viene occultato al fisco.
E questo, pur considerando la maggiore capacità di capitalizzazione del risparmio presente nelle regioni più ricche; che però è un fenomeno relativo, non tale da spostare sensibilmente i rapporti evidenziati, perchè, da un lato si tratta pur sempre di un differenziale (uno zoccolo duro di risparmio è presente in tutte le regioni) e d’altro lato la gran parte dei contribuenti italiani (il 92,84% dichiara meno di 35 mila euro) rientra in fasce di reddito al di sotto del livello che consente un’apprezzabile accumulazione del risparmio.

IRPEF Pro capite 2006
Dati regionalizzati

LOMBARDIA 3.658
EMILIA ROMAGNA 3.440
PIEMONTE 3.239
VALLE D’AOSTA 3.219
TRENTINO ALTO ADIGE 3.153
FRIULI VENEZIA GIULIA 3.145
LAZIO 3.097
LIGURIA 3.040
VENETO 2.956
TOSCANA 2.902
MARCHE 2.426
UMBRIA 2.410
ABRUZZO 1.865
SARDEGNA 1.672
MOLISE 1.471
PUGLIA 1.427
CAMPANIA 1.391
SICILIA 1.372
BASILICATA 1.316
CALABRIA 1.158

IVA Pro capite 2006
Dati regionalizzati

EMILIA ROMAGNA 2.644
VALLE D’AOSTA 2.475
LOMBARDIA 2.459
VENETO 2.438
PIEMONTE 2.314
TOSCANA 2.306
LIGURIA 2.284
TRENTINO ALTO ADIGE 2.266
FRIULI VENEZIA GIULIA 2.212
UMBRIA 2.071
MARCHE 2.037
LAZIO 1.919
ABRUZZO 1.794
MOLISE 1.652
SARDEGNA 1.590
BASILICATA 1.511
PUGLIA 1.443
CAMPANIA 1.432
CALABRIA 1.405
PUGLIA 1.443

Elaborazione Assoedilizia su dati Ministero dell’Economia

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